Domenica 18 ottobre 2021 – 29^ TOB – Marco 10,35-45
“Tra voi però non è così”. Non vi governa la legge per cui dovete essere a tutti i costi i primi, e se non siete i primi non ci siete. Tra voi il successo, le conquiste, i trionfi degli altri generano stima, compiacimento non certo invidia, rancore, rabbia. Tra voi c’è spirito di collaborazione non di competizione, c’è la volontà di far crescere l’altro incentivando, incoraggiando, promuovendo il suo percorso, non vi sfiora l’idea di affossarlo, di contrastarlo, di denigrarlo. “Tra voi è così!”. Vero? Tra noi è così! Mi impressionano queste parole ma non so cosa siano: il forte desiderio di Gesù che non sia che così? Perché se fosse altrimenti sarebbe un guaio. Se tra noi governasse l’invidia, se tra noi serpeggiasse la prepotenza, se tra noi si insinuasse l’orgoglio, se tra noi si diffondesse l’arrivismo? No, non può essere! Quella di Gesù cos’è? Ingenua speranza, pia illusione? O forse nelle sue parole c’è una vena di ironia, non è refrattario ad usarla. Sentite! Così è, non… così dovrebbe essere, perché se non è così è un’altra roba, non è vita evangelica. I due discepoli, gli iniziali protagonisti della pericope di oggi, in Marco e Luca sono soprannominati Boanerghes cioè figli del tuono per evidenziarne il carattere impulsivo, sbrigativo, l’irruenza. Due brontoloni insomma, due che alzano la voce per imporsi. Giacomo e Giovanni sembrano rimasti sul monte della trasfigurazione raccontata solo un capito prima di quello che stiamo considerando. L’estasi di un momento, il bagliore di un attimo li trattiene ancora lassù e l’incapacità di leggere nel profondo l’evento del Tabor li illude e fa loro credere che vivere sia brillare, che vivere sia sovrastare, che vivere sia occupare un certo posto. Le parole di Gesù: bere il calice, essere battezzati… ricreano in anticipo una situazione che si sta pian piano, ma sempre più chiaramente, delineando e definendo nella vicenda sua e dei suoi. Dal monte della trasfigurazione a quello della sfigurazione. Dal Tabor, dove a contornare Gesù ci sono Mosè ed Elia, al Golgota, dove alla destra e alla sinistra di Gesù ci sono due uomini, maledetti come lui. È questo il posto che volete? È questa la posizione a cui ambite? La vocazione del credente non è di certo il martirio. Nel posto in cui sto, quindi non si tratta di andare a caccia di posti, di sgomitare per non perdere il migliore, nel posto in cui sto mi immergo per servire la vita affinchè la vita serva e non sia sprecata in inutili fughe per cercare un posto che non c’è. Quante volte abbiamo immaginato un altrove per noi, un lontano da qui? Un posto che ci meriti e quindi persone che ci meritino. Pensieri umanissimi, perché boanerghes è il soprannome di tanti. Ma fra noi non è così. Fra noi non può essere così. Ai tuoi piedi perché tu stia in piedi è ciò che tiene in piedi anche me.
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