Domenica 21 maggio 2023 – Ascensione del Signore

Pubblicato da emme il

l David di Donatello per la miglior regia l’ha vinto Marco Bellocchio per il film sul rapimento di Aldo Moro Esterno notte. È un film che dura sei ore ed è uscito in due parti. La prima l’avevo vista al cinema, la seconda, questa settimana, su una piattaforma. C’è un passaggio del film che vorrei riconsegnarvi. La scena è girata nella casa di Aldo Moro e nel salotto sono radunati la moglie e i quattro figli. Fanno congetture rispetto al trattamento che i rapitori stanno riservando al rapito. La figlia Maria Fide li definisce bastardi e la madre Nora la redarguisce dicendo “Noi siamo diversi, siamo cristiani, ama il tuo nemico, ma te lo sei dimenticato?… Devono pagare ma noi siamo cristiani e dobbiamo comprenderli e perdonarli”. Metto insieme questo ricordo cinematografico ad un passaggio della prima lettura di oggi, Atti degli Apostoli: “di me sarete testimoni”. Come faccio spesso vado alla ricerca del significato delle parole e scopro che la parola testimone ne mette insieme due: terzo e dono. Il testimone è quel terzo che vede quel che due riescono a donarsi, pensate ai testimoni nelle nozze. Noi testimoni di quel che Gesù ha fatto circolare nella vita incontrando uomini e donne. Ma poi la parola si trasforma e il testimone diventa il martire, colui che racconta, ma non più la ricchezza che ha visto nella vita d’altri, quanto piuttosto ciò che fa della propria attraverso le scelte che compie, i percorsi che intraprende. Il martire non è più soltanto l’uomo delle parole dette ma di una vita che parla. È il senso di quanto diceva Paolo VI ancora nel 1974: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni”. “Di me sarete testimoni” e allora basta guardare il cielo, dicono nel passo di Atti i due uomini vestiti di bianco, in attesa che qualcosa capiti dall’alto, che piombi una soluzione dal cielo come il deus ex machina della tragedia greca che a gamba tesa entra nella scena per offrire una svolta là dove le soluzioni non si trovano. Testimoni di lui in forza dello Spirito, l’energia che faceva vibrare la sua vita e che oggi può far vibrare la nostra perché sia memoria del suo dono attraverso il dono di noi, nella contestazione di un mondo che insegue ben altro, nella folle alternativa evangelica, nell’assurdo di scelte che sembrano contraddire il ragionevole. Dio vi doni lo Spirito perché possiate conoscere in profondità Gesù, lo leggiamo dalla lettera di Paolo agli Efesini. Una conoscenza tutt’altro che superficiale, epidermica, una conoscenza profonda. Ascensione, la festa di oggi, è il suo salire ma è il nostro scenderci dentro per incontrare lì la verità di una buona notizia che domanda di essere raccontata sconvolgendo innanzitutto noi per poter semmai rinnovare il mondo.


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