Domenica 3 gennaio 2021 – II di Natale B – Giovanni 1,1-18

Pubblicato da emme il

In mezzo. È questa la parola che orienta oggi il mio pensiero. In mezzo che significa non lontano, non a parte, non riparato. In mezzo, quindi: dentro, vicino, esposto. Questa “roba” è Dio col Natale di Gesù. Il vangelo di oggi è lo stesso che risuonava a Natale nella messa del giorno. Al versetto 14 del primo capitolo di Giovanni l’italiano traduce la parola greca eskenosen con: “Venne ad abitare in mezzo a noi”, la traduzione più letterale e quindi più fedele all’originale sarebbe: “Piantò la sua tenda fra le nostre”. Lui fra noi, lui con noi, l’Emmanuele. Nella prima lettura di questa seconda domenica del tempo di Natale, tratta dal Siracide, della sapienza si dicono le stesse cose: “Il creatore dell’universo… mi fece piantare la tenda”, e ancora: “Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso”. Dio in mezzo, e quindi visibile, palpabile, udibile. Un Dio di cui i miei sensi possono fare esperienza perché non devo andarlo a cercare lontano, è tra noi, è noi. Non so se si può dire. Che sia così in mezzo da essere noi, tanto ha affondato fra noi le sue radici. Sono discorsi un po’ al limite nei quali non mi avventuro oltre, non ne ho la capacità o la possibilità. E allora mi rifugio in un pensiero possibile e tiro in ballo un passo del vangelo di Marco (3,1-6) in cui si racconta di Gesù che entra di sabato nella sinagoga di Cafarnao. “Vieni qui in mezzo” dice ad un uomo con la mano paralizzata che poi guarirà. Lui in mezzo per tirarci in mezzo. Se in mezzo c’è lui, in mezzo cisono anch’io con la mia umanità che merita tutta la sua attenzione e l’attenzione di chi finora mi ha fatto abitare i margini, le periferie, i confini. Lui in mezzo con me. Ci sono due modi di abitare i margini. Sceglierli per non compromettersi, per badare al nostro, per non avere grane o subirli, abitarli senza alternative perché qualcuno ha deciso che sia il tuo posto. Il vangelo: forza centrifuga che porta il centro ai margini e forza centripeta che porta i margini al centro. Ecclesiologia, cioè idea di chiesa, che Papa Francesco ripropone da tempo e con insistenza. Ma l’operazione incontra parecchie resistenze. Il centro non si sposta volentieri ai margini o non ospita di buon grado i margini in sè. Ma attenzione, questa è la fatica che facciamo tutti, che fa ciascuno. La fatica di abitare il centro, l’in mezzo con tutti, trascinandovi ognuno. O la fatica di spostarsi ai margini perché il centro sia quello. Ho finito di leggere proprio ieri un librettino che Massimo Recalcati dedica alla figura di Caino. Quanta fatica fa un Dio, terapeuta da sempre, a convincerlo che non è figlio unico. Caino è l’uomo che continua a restare prigioniero della sua passione narcisistica, io al centro. Ma diventare uomo corrisponde ad accettare di riconoscersi fratello. In mezzo ci sto io e ci stanno gli altri, in mezzo io che tiro in mezzo gli altri, senza invidie, senza paure. In mezzo… è il Dio del Natale ad insegnarmelo, è lui a invitarmi a riconoscermi figlio abitando la sfida di una disarmata fratellanza.


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