Domenica 5 dicembre 2021 – II di Avvento C – Luca 3,1-6
La parola di Dio venne su Giovanni… la parola di Dio continua a venire… su quest’assemblea radunata, su ciascuna e ciascuno di noi. Viene e cosa fa? La parola di Dio è come lampada che rischiara la notte, è come cibo che placa la fame, è come riparo contro le avversità, è come energia che dilata la vita, è come balsamo che sana le ferite, è come acqua che irriga le arsure. Immagini per dire cosa riesce a fare la parola quando viene e le si fa largo. Nella passata settimana ho notato che le giornate del calendario erano quasi tutte dedicate ad uno scopo. Giornate di cui a malapena conosciamo l’esistenza ma se esistono è per evidenziare una battaglia in atto, per promuovere diritti ancora negati, per rivendicare ciò che a certe categorie non è ancora assicurato. Venerdì si celebrava la Giornata internazionale delle persone con disabilità, giovedì quella per l’abolizione della schiavitù, mercoledì quella contro l’AIDS. Avevamo già ricordato la scorsa settimana quella contro la violenza sulle donne, giovedì prossimo invece si celebrerà quella contro la corruzione, venerdì 10 dicembre, questa è forse una fra le più note, la Giornata mondiale dei diritti umani, oggi quella dei volontari per lo sviluppo economico e sociale. Perché vi sottopongo questo lungo elenco che potremmo addirittura dilatare? Perché queste Giornate ci dicono di sentieri non ancora raddrizzati, di burroni non ancora riempiti, di monti e colli non ancora abbassati, di vie impervie non ancora spianate? Se dicessimo che la parola di Dio, attraverso di noi, non è riuscita a fare ancora abbastanza se appunto c’è bisogno di dedicare delle giornate a questo e a quello scopo? Se la parola di Dio non viene a migliorare l’umano nostro e di tutti che viene a fare? Ma ciò solo in forza del lavoro che sono disposto a fare perché ogni uomo possa vedere la salvezza, come leggiamo nel vangelo di Luca. La liturgia ci consegna nella preghiera eucaristica IV, dal titolo: Gesù passò beneficando, un bellissimo passaggio: La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano a una speranza nuova. Che speranza sappiamo offrirci e sappiamo offrire? Il livello di speranza sarà commisurato al livello o meglio alla qualità del nostro ascolto della parola di Dio, parola che ancora continua a venire su di noi affinchè, come leggiamo dal profeta Baruc, Dio possa mostrare il nostro splendore. Se ascoltiamo davvero lo splendore di ciascuno riluce. Abbiamo questa responsabilità. C’è un inno di David Maria Turoldo da cui pesco sempre volentieri un’espressione provocante: “di umanità mai apparsa ancora siate il segno”. La Parola di Dio, nel tempo che viviamo, sia come seme che feconda un’umanità diversa, magari migliore.
0 commenti