“E Dio si fece uomo” (Gv. Prologo 1,14).
Il nostro Dio ci sorprende sempre, da eterno si fa “tempo” e con la sua nascita, vita e poi la morte si fa “storia”; da infinito si fa “spazio” e da Dio si fa “uomo”.
Ma perché si è fatto uomo? Nel “credo” diciamo “..per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo .. e si è fatto uomo.”
Per lunghi secoli si pensò “perché noi uomini avevamo peccato e avevamo bisogno di essere salvati”. Dio è offeso dal peccato di Adamo (e poi da tutti i nostri peccati) peccato che ora deve essere riparato e solo Gesù, uomo-Dio, rappresentando gli uomini, poteva soddisfare la “giustizia” di Dio.
Poi si pensò, rileggendo San Paolo, che Gesù è “il primogenito di tutta la creazione”, che “tutte le cose sono state create in lui e in vista di lui”. (Col. 1,17-18) Gesù quindi si sarebbe incarnato lo stesso anche se Adamo non avesse peccato, perché egli è il coronamento stesso della creazione, l’opera suprema di Dio.
Allora l’incarnazione per la redenzione dal peccato o per la gloria di Dio?
L’offesa a Dio da soddisfare non convince e anche un Dio che vuol essere amato, per la sua gloria, in modo perfetto, non convince.
Anche se c’è stato il giorno della vendetta (giustizia) di Dio, ed è stata la “croce”, questo dobbiamo tradurlo con “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico figlio”, la credibilità che Dio è amore doveva passare attraverso l’incarnazione e quindi la sofferenza, la condivisione del dolore.. della croce e della morte.
Allora c’è anche una terza risposta: l’incarnazione di Gesù ci sarebbe comunque stata, al di là del peccato di Adamo, al di là del render gloria a Dio, perché noi dovevamo sapere che Dio, nostro padre, ci ama, mi ama, senza misura.
L’amore é il “come” della nostra salvezza (come si realizza) qui sulla terra, e se non è nostra salvezza, quella della fede, almeno può essere la mia, la tua …
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E’ NATALE
Pubblicato da Edoardo Amadio il
E’Natale: l’incarnazione di Dio.
“E Dio si fece uomo” (Gv. Prologo 1,14).
Il nostro Dio ci sorprende sempre, da eterno si fa “tempo” e con la sua nascita, vita e poi la morte si fa “storia”; da infinito si fa “spazio” e da Dio si fa “uomo”.
Ma perché si è fatto uomo? Nel “credo” diciamo “..per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo .. e si è fatto uomo.”
Per lunghi secoli si pensò “perché noi uomini avevamo peccato e avevamo bisogno di essere salvati”. Dio è offeso dal peccato di Adamo (e poi da tutti i nostri peccati) peccato che ora deve essere riparato e solo Gesù, uomo-Dio, rappresentando gli uomini, poteva soddisfare la “giustizia” di Dio.
Poi si pensò, rileggendo San Paolo, che Gesù è “il primogenito di tutta la creazione”, che “tutte le cose sono state create in lui e in vista di lui”. (Col. 1,17-18) Gesù quindi si sarebbe incarnato lo stesso anche se Adamo non avesse peccato, perché egli è il coronamento stesso della creazione, l’opera suprema di Dio.
Allora l’incarnazione per la redenzione dal peccato o per la gloria di Dio?
L’offesa a Dio da soddisfare non convince e anche un Dio che vuol essere amato, per la sua gloria, in modo perfetto, non convince.
Anche se c’è stato il giorno della vendetta (giustizia) di Dio, ed è stata la “croce”, questo dobbiamo tradurlo con “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico figlio”, la credibilità che Dio è amore doveva passare attraverso l’incarnazione e quindi la sofferenza, la condivisione del dolore.. della croce e della morte.
Allora c’è anche una terza risposta: l’incarnazione di Gesù ci sarebbe comunque stata, al di là del peccato di Adamo, al di là del render gloria a Dio, perché noi dovevamo sapere che Dio, nostro padre, ci ama, mi ama, senza misura.
L’amore é il “come” della nostra salvezza (come si realizza) qui sulla terra, e se non è nostra salvezza, quella della fede, almeno può essere la mia, la tua …
BUON NATALE A TUTTI
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