“Ora,
mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: “In verità vi dico, uno di voi,
mi tradirà”. Allora, i dodici, cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo
l’altro: Sono forse io, Signore?”.(Mc.14,18)
Sconcertante è il “sono forse
io?” che ha scosso la prima Chiesa. Se la parola della Bibbia è allegoria anche
il tradimento di Giuda dobbiamo interpretarlo, non quindi come appare, una
sovrumana cattiveria, bensì come un qualcosa che tutti possiamo fare: “Sono forse io Signore?”.
Anche noi siamo con Gesù, a cena,
ma nello spezzare il pane siamo ancora con lui? Non c’è difficoltà a stare
dalla parte di Dio, finché pare che Lui stia dalla tua…ma la verità di Dio
passa attraverso la negazione delle tue aspirazioni di autosufficienza o di
potenza.
La nostra vita, oggi più che mai, vive fuori di questa umiltà. “Sono forse io?” è allora una domanda che tutti dobbiamo porci, mai accusarci a vicenda, ma dobbiamo interrogarci di fronte a Dio. Nel Vangelo di Marco non c’è il nome del traditore, perché forse non c’è o forse perché nessuno aveva tentato di fermarlo e avevano tradito Giuda, prima di Gesù, o perché tutti lo siamo.
Già nella Genesi il Signore visto
il nostro tradimento ci voleva sterminare, ma Mosè gli ricorda che Lui è un Dio
fedele e mantiene le sue promesse. Per questo siamo salvi perché “Dio”
è fedele e proprio nella notte in cui fu tradito ”prese il pane lo
spezzò e lo diede a tutti; si donò per tutti”.
E’ ancora Quaresima, con animo
sincero rinunciamo ai nostri alibi, ai compromessi di coscienza, alle buone
ragioni, per dire al Signore con le parole di Pietro: “Signore
tu lo sai che ti amo.” (Gv.21,15)
15/12/2024 III Domenica di Avvento anno C “Maestro, che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3 10-18) “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”, Giovanni Leggi tutto…
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E’ VENERDI’ SANTO
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Venerdì Santo 2019 “Sono forse io, Signore?”
“Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: “In verità vi dico, uno di voi, mi tradirà”. Allora, i dodici, cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro: Sono forse io, Signore?”. (Mc.14,18)
Sconcertante è il “sono forse io?” che ha scosso la prima Chiesa. Se la parola della Bibbia è allegoria anche il tradimento di Giuda dobbiamo interpretarlo, non quindi come appare, una sovrumana cattiveria, bensì come un qualcosa che tutti possiamo fare: “Sono forse io Signore?”.
Anche noi siamo con Gesù, a cena, ma nello spezzare il pane siamo ancora con lui? Non c’è difficoltà a stare dalla parte di Dio, finché pare che Lui stia dalla tua…ma la verità di Dio passa attraverso la negazione delle tue aspirazioni di autosufficienza o di potenza.
La nostra vita, oggi più che mai, vive fuori di questa umiltà. “Sono forse io?” è allora una domanda che tutti dobbiamo porci, mai accusarci a vicenda, ma dobbiamo interrogarci di fronte a Dio. Nel Vangelo di Marco non c’è il nome del traditore, perché forse non c’è o forse perché nessuno aveva tentato di fermarlo e avevano tradito Giuda, prima di Gesù, o perché tutti lo siamo.
Già nella Genesi il Signore visto il nostro tradimento ci voleva sterminare, ma Mosè gli ricorda che Lui è un Dio fedele e mantiene le sue promesse. Per questo siamo salvi perché “Dio” è fedele e proprio nella notte in cui fu tradito ”prese il pane lo spezzò e lo diede a tutti; si donò per tutti”.
E’ ancora Quaresima, con animo sincero rinunciamo ai nostri alibi, ai compromessi di coscienza, alle buone ragioni, per dire al Signore con le parole di Pietro: “Signore tu lo sai che ti amo.” (Gv.21,15)
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