Epifania del Signore – 6 gennaio 2022 – Matteo 2,1-12
Per tanti anni non ho chiamato la festa di oggi col nome che ha: Epifania. Per me è sempre stato il giorno della Befana, non sapendo che la parola Befana è la trasformazione del vocabolo greco epifania. Bifania e befania… questo è il tragitto. Ma non è così cruciale. La Befana, personaggio folcloristico di cui si potrebbero dire un sacco di cose raccogliendole da tradizioni diverse, come i magi, di cui racconta invece il vangelo, porta dei doni. L’altra sera ho sentito una notizia agghiacciante, una mamma iraniana tentava, nella notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio di attraversare il confine fra Iran e Turchia insieme ai suoi due figli di 8 e 9 anni. Sorpresi da una tempesta di neve si è tolta le calze perché i figli potessero non ghiacciarsi le mani e tenerle al caldo. È morta assiderata. In quelle calze non arachidi, carrube, mandarini, caramelle ma la premura e l’amore incondizionati di una madre. Impressionante. Nei doni dei tre che vengono da Oriente l’annuncio del dono che riconoscono essere quel bambino su cui sosta la stella. L’oro perché è re, ma regnerà servendo, l’incenso perché è Dio, ma non sarà geloso della sua condizione, la mirra perché è uomo e spartirà la sorte degli ultimi. Torniamo anche noi con i Magi in quella Betlemme per ridirci il dono che è quel Bambino, ma come i Magi torniamo poi, su sentieri inediti, nel nostro quotidiano per consegnare il dono che noi siamo e riconoscere il dono che gli altri sono. Cos’abbiamo trovato nella calza appesa ai camini delle nostre case? I tre magi di casa mia mi hanno fatto trovare, quello anziano e canuto, l’umiltà di saper chiedere e la capacità di dire grazie, quello maturo il coraggio della profondità e la passione per le idee non meno intensa di quella per le persone, quello giovane e scuro di pelle la forza del sogno e la saggezza di saper miscelare attaccamento e distacco. E loro cos’avranno trovato nella loro calza? Non so se si è capito di chi parlavo?… Come i Magi siamo tutti in viaggio portando il dono che siamo e accogliendo il dono che gli altri sono. Lo sappiamo, non c’è probabilmente molto di storico nella figura di questi saggi che inseguono la scia di una stella. L’epifania, lo dice la parola, è la festa della manifestazione di un Dio che fa cantare gli angeli, che fa gioire il mondo di cui i Magi raccontano la vastità e la varietà. Questi sapienti si accostano alla vita gioendone, ben diverso è l’atteggiamento di Erode che intravede nell’altro la minaccia. Quella di oggi è sì la festa di un Dio che si rivela e si racconta in Gesù ma è anche la festa del nostro reciproco rivelarci come dono. Guarderai e sarai raggiante, leggiamo in Isaia, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore… vorremmo fosse questo l’effetto che ci fanno gli altri, e lavoriamo perché sia sempre questo l’effetto che anche noi facciamo sugli altri.
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