Epifania del Signore – Venerdì 6 gennaio 2023 – Matteo 2,1-12
Si prostrarono e lo adorarono. Sapienti venuti da lontano, sappiamo che la tradizione ne fa i rappresentanti di popoli diversi, di diverse provenienze e delle diverse età della vita per simboleggiare in loro l’umanità tutta, offrono oro, incenso e mirra. Incenso e mirra sono di certo sostanze con precise proprietà terapeutiche, qualcuno afferma che l’oro possa essere stato in realtà la polvere di curcuma, color dell’oro, anch’essa sostanza pregiata in cucina come nella medicina. Ci si è diversamente sbizzarriti nel tentativo di capire il senso di quei doni: l’oro al re, l’incenso a Dio, la mirra a colui che muore. A me piace pensare che i doni dei magi siano l’omaggio ad un’umanità che chiede cura, attenzione, premura contro la trascuratezza, l’insensibilità, l’indifferenza. La Betlemme dei vangeli è l’ovunque in cui si manifesti umanità da riconoscere, da soccorrere, da trarre in salvo… siano le strade piene di manifestanti dell’Iran, le città crivellate di colpi dell’Ucraina, i barconi di immigrati fluttuanti nel Mediterraneo, come gli spazi faticosi, pesanti, logori del nostro vivere. La stella, leggiamo dal vangelo di Matteo, si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Ma cosa videro? Nient’altro che un bambino e sua madre. L’Epifania è la festa della manifestazione. Cioè? Nella carne di ogni uomo, nella sua vicenda, anche la più scontata ed ovvia, la meno appariscente, brilla, risplende la gloria di Dio. Epifania, è la festa della luce che da ciascuno riverbera e fa meno tenebroso il mondo. Ecco svelato il mistero, scrive Paolo in Efesini, in Cristo Gesù, tutti condividiamo la medesima ricchezza, tutti formiamo l’unico corpo, tutti partecipiamo alla stessa promessa. Allora, alzati rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilli su di te, l’abbiamo letto da Isaia. L’Epifania, se volete, è la festa di un’umanità che intende mostrare il bello e il meglio di sé, e non si sottrae al compito di aiutare a rivestirsi del meglio ogni brandello di umanità, anche la più cenciosa, la più squalificata, la più inadeguata. Oggi vorrei saper gioire come i Magi per la luce che emana ogni vita. Nel vangelo si dice che provarono una gioia grandissima al vedere la stella. Che stelle dovremmo poter vedere, se non quelle che sono incastonate e disseminate nel nostro orizzonte, gli uomini e le donne di quell’umanità che chiede di essere svelata per mostrare tutto il suo potenziale di bellezza. Già troppo del nostro inguardabile, del nostro inammissibile ci è sotto gli occhi. Togliamo il velo alla disarmante bellezza dell’umano. Gesù nasce per mostrarci quello che a nostra volta, di noi possiamo far vedere. Noi continuiamo a camminare alla luce di colui che è la luce ma anche in forza della nostra luce il cammino continua ad aprirsi, che resti aperto, contenendo le tenebre, liberando la luce, è nostra chiara responsabilità.
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