Pasqua di Risurrezione – 20 aprile 2025 – C
Anastasi: risurrezione, risorgere: è il cuore del messaggio cristiano. I verbi in greco per parlare di risurrezione sono due: egheiro, risvegliare e anistemi, alzarsi. Svegliati e alzati! Questo mi dice la Pasqua. Quante volte i genitori lo dicono ai figli quando è tardi e bisogna uscire dal letto. È anche il verbo che in greco si usa per far uscire gli animali dall’ovile, o dal pollaio o dalla stalla. Vieni fuori, dirà Gesù rivolgendosi all’amico Lazzaro. Ma è anche la parola che serve a riaccendere, a rianimare, a stimolare, ad eccitare la vita. Gesù la ridice ad un sacco di gente. Al paralitico: “Alzati, prendi il tuo letto e va’ a casa tua”. Anche i discepoli, al cieco Bartimeo: “Coraggio! Alzati, ti chiama!”. E ancora Gesù al lebbroso: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”. “Alzati, mettiti nel mezzo”, dirà all’uomo dalla mano paralizzata. “Ragazzo, dico a te, alzati”, al figlio morto della vedova di Nain. Alzarsi è anche il verbo usato per parlare di qualcosa che è rimesso in piedi nel senso di ricostruito, di fabbricato, di eretto di nuovo. Sentite la ricchezza che esprime, ma è la ricchezza e l’energia che dovrebbe poter esprimere la nostra vita. Questo è il giorno per ridirla sulla nostra vita questa parola, come fosse una formula magica. Ed è il giorno per ridirla con amore sulla vita di qualcuno. “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli”, lo si legge dalla prima lettera di Giovanni. Io passo dalla morte alla vita ma passano anche coloro che amiamo, coloro sui quali sentiamo di voler e di dover dire: risvegliati, alzati. Sicuramente per la testa ci transita il nome di qualcuno a cui vorremmo dirlo: Chiara, Luciana, Walter, Monica, Silvia, Franca… Ma i verbi della risurrezione possono voler dire anche un’altra cosa, possono essere usati con un’altra accezione: ribellati, insorgi. Nel mondo di oggi si respira un’aria di assopimento generale, di torpore. E invece c’è bisogno più che mai di sussulti, di risvegli, di rinvigorimenti contro ciò che anestetizza e paralizza. Non ci va bene che alle guerre non si trovino soluzioni, non ci va bene che il capriccio di pochi, condizioni le sorti di molti, non ci va bene che l’ottusità di qualcuno calpesti il diritto di qualcun altro, non ci va bene che i soldi comandino su tutto. Non ci va bene o ci va bene? Serve un moto di orgoglio, rialza la testa chi non accetta di spegnersi. Il gallo che abbiamo sistemato in questo giardino pasquale è il gallo che canta contro chi spegne la vita e non la riconosce, ricordiamo Pietro nella notte della condanna. Ma è anche il gallo che canta il mattino di Pasqua per dirci: svegliatevi, alzatevi, risorgete. Ogni giorno è Pasqua e ogni giorno questo gallo canta affinchè troviamo la forza di alzarci, di venir fuori e aiutiamo altri a venir fuori dal grembo della morte per abitare risolutamente la vita.
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