Sabato 1 gennaio 2022 – Maria SS. Madre di Dio
Siamo come sul crinale, un anno finisce e un altro comincia, ma stiamo anche dentro, come titolava un recente articolo, “La lunga scia della cometa: da Natale all’Epifania celebriamo la riscossa della luce contro le tenebre”. Finisce un anno e ne comincia un altro. Sappiamo benissimo che si tratta di pura convenzione. Perché dico che si tratta di una convenzione? Perché in altri luoghi, altre culture o altre religioni celebrano inizi alternativi rispetto al nostro anche se ho notato che avviene quasi sempre in corrispondenza di passaggi stagionali, fra l’inverno e la primavera in moltissimi casi. La natura detta legge. È l’idea del risveglio, della ripartenza, del germogliare, dell’uscire allo scoperto che caratterizza queste soglie. C’è quindi una tradizione antichissima dietro queste celebrazioni che si caricano delle ritualità più disparate, di tantissimo folclore. C’è evidentemente una sapienza che viene a galla in queste circostanze, l’umanità è invitata, insieme alla natura di cui è espressione, a consegnare nuove energie perché tutto torni ad esprimersi in ulteriori e inedite possibilità. Non so che memoria conserviamo di quanto vissuto personalmente o comunitariamente nel 2021, ieri sfogliando il giornale ritrovavo messi in fila, mese dopo mese, i fatti e i misfatti che hanno caratterizzato l’hanno passato. Nella memoria del mio cuore sono fissi alcuni eventi che hanno segnato più o meno positivamente l’anno passato, anch’io custodisco e medito quanto la vita ha seminato nel mio campo. Certo mi è caro quello che ho vissuto ma sento che come un germoglio devo tornare a fare la fatica di bucare la superficie spessa della corteccia. La vita domanda la disponibilità a questa fatica. Mi piace ricordare che Nazaret, il nome del luogo in cui Gesù cresce e abita per 30 anni, viene dal verbo nasar e significa custodire, conservare, vigilare, fare da sentinella. Ma il sostantivo neser significa germoglio, ramoscello nuovo, virgulto. All’inizio del nuovo anno siamo chiamati, come Maria, la madre, a custodire il nuovo, a vigilare perché quanto germoglia abbia futuro, a proteggere quanto nasce. Nasce da donna, scrive Paolo nella Lettera ai Galati, il Dio che si fa figlio per essere fratello. Germogli la vita sul ramo di ogni vita, della nostra e fiorisca in fraternità in virtù del dono dello Spirito che ad ogni passaggio ci rifà vivi. Ho ricevuto un augurio per l’anno che comincia. È il testo di una poesia di Margherita Guidacci dal titolo Istante perfetto: “Se ti è dato un giorno perfetto, non chiederne altri. Se ti è data un’ora perfetta, non chiedere un giorno. Se ti è dato un istante perfetto, non chiedere un’ora. Anche un istante solo può riempirti la vita: in quell’istante tutta la vivrai. Dopo non basteranno le ore, i giorni, gli anni, forse neppure l’eternità a contenere la tua gratitudine!
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