Venerdì 1 novembre 2024 – Tutti i Santi – Matteo 5,1-12
Sammy Basso è morto il 5 ottobre scorso e fin da subito qualcuno ha suggerito che potesse prendere avvio la sua causa di beatificazione. Abbiamo saputo che devono passare almeno cinque anni perché questo avvenga. Ma al di là delle questioni di burocrazia ecclesiastica è interessante che la vita di questo giovane diventi oggetto della nostra considerazione. La vita di Sammy, una vita esplosiva se pur costretta in un corpo fin da subito segnato dalla progeria, una patologia rara che per certo avrebbe ridotto drasticamente la sua speranza di vita. Potrebbe perfino essere stato il limite ad aver moltiplicato e dilatato in lui l’energia da infondere all’esistenza. Sono sue queste parole: “La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita sua non è che nel mondo esista il dolore, ma che dipende da noi trarne profitto, che ci è consentito trasformarlo in gioia”. È la solennità di Tutti i Santi ma chi sono i santi se non coloro che hanno assunto pienamente il compito di vivere. Sempre Sammy, nel suo testamento spirituale, scriveva, facendo riferimento alle sue fatiche: “Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica; né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio”. Il vangelo di questa festa torna uguale ogni anno. Le beatitudini sono come il manifesto, il riferimento irrinunciabile per chi voglia ispirarsi a Cristo. Sono la dichiarazione di intenti di chi decide di abitare il mondo in un certo modo. Sammy Basso l’ha abitato nello spirito delle beatitudini, non c’è dubbio. E per farlo ha dichiarato guerra in se stesso a tutto ciò ha lo contraddiceva. Sempre nel suo testamento spirituale scrive: “Ho cercato di vivere il più pienamente possibile… ma ho dovuto lottare con ogni forza contro l’egoismo, il malsano desiderio di sentirsi più degli altri… mi rendo conto che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno… Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppure troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma il fine”. Raccogliamo questa splendida eredità e ci serva a far brillare la vita, la nostra, perché sia santa, perché con forza prenda le distanze da ciò che la deturpa, dall’inquietudine, dall’insoddisfazione, dallo sconforto, dall’infelicità.
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